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Caterina ebbe buona educazione
religiosa e umanistica, unita a una naturale versatilità per le
belle arti. A 13 anni chiese di entrare nel monastero delle
Canonichesse regolari lateranensi delle Grazie (ove già si trovava
la sorella Limbania), ma le fu impedito.
Nel 1463, a 16 anni d'età, dovette sposare il nobile ghibellino
Giuliano Adorno, per ragioni politiche dei familiari. Per Caterina
non fu un'unione felice, poiché Giuliano era di costumi licenziosi e
dilapidatore dei beni patrimoniali. Caterina visse i primi cinque
anni di matrimonio in un profondo dolore. Poi, vinta dalle
insistenze di parenti e amiche, accettò di partecipare alla vita
mondana dei nobili. Poteva farlo agevolmente poiché, oltre la
bellezza, possedeva cultura e facilità di conversazione. Durò per
cinque anni in questo tenore di vita senza trovare pace e gioia,
finché il 20 marzo 1473, accostatasi al sacramento della
confessione, ebbe un'illuminazione sull'Amore divino. Non poté
concludere la confessione e tornò a casa. Qui ebbe la visione di
Gesù che recava sulle spalle la croce. Iniziò da allora un cammino
di santità; per quattro anni fu tormentata dal ricordo delle sue
colpe che cercò di riparare con la penitenza. Nell'avvento e nella
quaresima per 23 anni ebbe come unico alimento l'Eucaristia e un po'
d'acqua con sale. Ebbe esperienze mistiche: visioni ed estasi che
duravano anche ore intere.
Fu maestra e collaboratrice di Ettore Vernazza nel compimento di
opere di carità. Con la sua santità convertì il marito, che accettò
di vivere castamente, divenne terziario francescano e aiuto di
Caterina nell'assistenza ai malati. Ambedue, lasciati i ricchi
palazzi nobiliari, si trasferirono all'Ospedale di Pammatone, nelle
stanze di servizio, sotto l'ubbidienza dei Frati Minori. Nel 1489
Caterina ebbe la direzione del Reparto donne "con generale
giurisditione direttiva et amministrativa". Nel 1497 Caterina rimase
vedova e continuò in Pammatone la sua missione di carità, fino alla
morte.
Morì il 15 settembre 1510 e fu sepolta nella chiesa dell'Annunziata
di Portoria, detta `di S. Caterina'. La salma fu esumata nel 1512 e
trovata intatta. Caterina fu canonizzata da Clemente XII nel 1737. |
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