La storia dell'Ospedale di Pammatone comincia nel 1422 quando il notaio Bartolomeo Bosco decise di acquistare tre case in vico Pammatone le quali una volta ristrutturate vennero adattate ad ospedale per sole donne e intitolate alla "Beata Vergine della Misericordia". L’anno successivo, il Bosco approntò uno statuto per il nuovo ospedale e costituì un comitato composto da vari Priori che avevano il compito di eleggere i futuri amministratori, chiamati "Protettori". Lo stesso anno dispose anche l’acquisto di una vicina tintoria con l’intento di trasformarla in infermeria per uomini, ma i lavori subirono forti rallentamenti e Bartolomeo Bosco morì lasciandoli incompiuti. L’opera fu proseguita da Domenico Bozolo che offrì tremila genovine. Col tempo aumentando il numero degli infermi e di conseguenza anche la fama dell’ospedale, nel 1471 si rese necessario edificare una nuova e più grande costruzione. Sempre nel 1471 il senato di Genova ottenne dal papa Sisto IV la bolla pontificia che ordinava la soppressione dei numerosi piccoli ospedali e ricoveri sparsi a Genova e dintorni, dirottando sul nuovo ospedale le relative rendite che in poco tempo lo resero l’ospedale più importante della repubblica di Genova. Altri ampliamenti furono necessari nel 1542 e nel 1627. Nel 1751 Anna Maria Pallavicini lasciò 125.000 lire genovesi per la costruzione di un nuovo edificio sull’area ora occupata dal palazzo di Giustizia. Nel primo decennio del secolo scorso, tutte le strutture sanitarie vennero trasferite nella nuova e moderna sede di San Martino, ed i locali del vecchio ospedale furono adibiti a sede per la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Genova. Purtroppo il bombardamento del 22 ottobre 1942 e successivamente quello del 1943 apportarono gravi danni a tutta la struttura segnandone la fine. Nel dopoguerra tutto il quartiere fu smantellato per far spazio al nuovo quartiere di Piccapietra, cuore della city. Tra il 1966 e il 1974, Il Comune di Genova costruì dove un tempo sorgeva Pammatone il palazzo di Giustizia impegnandosi però a salvare il settecentesco cortile, il colonnato e lo scalone monumentale del vecchio ospedale, costruito nel 1758 con la donazione della sopracitata Anna Maria Pallavicini.
La scalinata dell'ospedale semidistrutta dai bombardamenti del 1943 |
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